In memoriam ENRICO SALA

E' doveroso dedicare il primo articolo al compianto Enrico Sala, uno dei protagonista indiscussi dell'area commerciale del periodo d'oro dell'Alfa Romeo, che ci ha lasciato il 29 settembre scorso alla veneranda età di 84 anni.




Nato nel 1927 a Gavirate, nel varesotto, Sala entrò all'Alfa Romeo nel 1955 e vi rimase fino al 1980, quando per sua scelta decise di andarsene considerata la manifesta incompatibilità con alcuni soggetti dalle mire politiche discordanti dai Leitmotive della casa milanese (nonchè con i basilari principi economico-finanziari che dovrebbero governare le attività di una qualsiasi azienda). 

Inizialmente ricoprì la carica di direttore dell'azienda per i mercati svizzero e francese; venne poi cooptato nel 1965 nella direzione centrale come Responsabile Vendite.
Per primo al mondo negli anni ‘60 e ’70 ha inventato le concessionarie dirette - le filiali - non per fare concorrenza alla rete ufficiale come si usa adesso, ma per verificare "sul campo" la validità delle azioni commerciali, la tenuta dei prodotti, e per rendersi conto di ciò che la rete dei suoi Concessionari - che ancor oggi lo ricordano con stima e grande affetto - stesse vivendo "a valle" della fabbrica (in questo modo a metà anni 70 si arrivò alle 200.000 unità prodotte contro le 180.000 della concorrente diretta BMW).
Negli anni 70 riuscì addirittura ad aprire una filiale Oltreoceano nel New Jersey.
Ha inoltre aperto le prime NSC di Alfa Romeo sin dagli anni ’50, fondando Alfa Romeo Suisse, Alfa Romeo France.

Collaborò con il grande Pierre Dreyfus alla stesura degli accordi commerciali che portarono alla duratura collaborazione fra Alfa Romeo e Renault e ricoprì prestigiosi incarichi presso le aziende che i due marchi crearono con capitali comuni, SOFAR e SAVIEM.

Gestì sempre in prima persona i rapporti con le Istituzioni e con le Forze dell’Ordine sviluppando e consolidando quel rapporto che tutt’ora da anni lega il marchio del biscione a Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.



(1979) Presentazione al Quirinale dell'AR Alfa6 alla presenza di Giulio Andreotti

Grande Amico di Carlo Chiti, fu promotore della nascita del Trofeo Alfasud, culla per tanti giovani piloti italiani.




Uomo di grande spessore, ne diede dimostrazione gestendo positivamente eventi come la crisi petrolifera del 1973, le lotte sindacali e gli attacchi delle BR. 
Cercò di non farsi influenzare dall'allontanamento di Luraghi per mantenere la rotta della casa del Portello, ma nonostante ciò si aprì la strada della crisi che accompagnò l'azienda fino alla cessione a Fiat
A lui sono collegati anedotti come il segretissimo incidente stradale di Luraghi, della presenza delle saldature non livellate sulle Alfasud Super e Terza serie nonchè delle velocità massime dichiarate inferiori alle reali per contrastare una legge del '77 che impediva ai neopatentati di guidare vetture con velocità massime superiori ai 180 km/h.
Dopo le sue dimissioni venne nominato cavaliere del lavoro per aver dato lustro all'automobile italiana.
Ricoprì la Presidenza di ANFIA e collaborò attivamente con l’allora Federaicpa.
Successivamente è stato titolare del primo mega-dealer italiano, la Saigarage SpA, che rappresentava Opel, Fiat, Suzuky, Chevrolet, Pontiac, Cadillac, Oldsmobiles, con 11 sedi in Milano, Brescia, Genova e Torino; già importatore e distributore dei prodotti GM per il Nord Italia dal 1947 e prima azienda in Europa a lanciare il servizio di full-leasing con parco di proprietà di oltre 3.500 vetture già negli anni ‘80.

Nella vita privata, sposandone la figlia (nel 1954), è diventato genero di Giuseppe Luraghi - ha sempre tenuto a dire che lui è entrato in Alfa Romeo nel 1955, prima di Luraghi (ovviamente perchè non si parlasse di eventuali raccomandazioni del potente suocero) - e custodì un grande archivio di famiglia, contenente importanti documenti, anche fotografici, di vita aziendale della casa del biscione, che ha sempre condiviso con Club, Associazioni ed appassionati Alfisti di tutte le generazioni.
Ci teniamo infine a ricordare l'intervista-denuncia pubblicata da Repubblica nel 2002, che potrete leggere QUI

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