La catapecchia dei sogni


"Ma oggi è uno scrigno in mezzo a un'area industriale abbandonata e non soddisfa i criteri di opitalità e sicurezza richiesti da un museo moderno. Concentrando l'attenzione sull'edificio e sulla sua sede attuale significa perdere di vista l'obiettivo che più dovrebbe stare a cuore all'appassionato: dare alla collezione Alfa Romeo una sistemazione degna della sua storia capace di attirare visitatori e ammiratori da tutto il mondo. (Raffaele Laurenzi)"

Vede Signor Laurenzi, nell'ultimo anno si è detto molto degli edifici aresini: fatiscenti, superati, insicuri, insomma una vera e propria "cattedrale nel deserto" persino irrispettosa della vigente normativa edilizia!

Ma chi ha messo in circolazione queste "voci di corridoio"?

Perchè di voci stiamo parlando: serviva il vincolo del Ministero dei Beni Culturali per porre in sicurezza l'area? i custodi e i visitatori hanno rischiato la loro vita giorno dopo giorno e nessun commissario comunale o della Regione se n'è mai preoccupato? abbiamo rischiato che ci scappasse il morto? 
Grazie al cielo qualcuno al Lingotto è riuscito ad evitare la tragedia chiudendo fino a "data da destinarsi" il Museo. E' stato così premuroso che ha evitato persino che una squadra di operai edili ci potesse mettere piede! 
Oppure queste strutture nei piani speculativi della Exor valgono più di quanto lo stesso sito web dichiara, e un vincolo ...proprio non ci voleva?!

"Inaugurato nel 1976, il Museo racconta in un iter suggestivo il passato di un grande Marchio. La storia raccontata non è solo dell’Alfa Romeo, ma è la storia di un’industria italiana, un percorso che ripercorre un secolo di vita di una nazione, del suo popolo, della sua economia, della sua sfera sociale."

Ebbene si! Se dobbiamo esser sinceri dobbiamo esserlo fino in fondo: è dai tempi di Romiti e Innocenti che il Lingotto ha più fortuna con le attività finanziarie piuttosto che con la produzione automobilistica. 
Con l'Expo del 2015 Arese è diventata una miniera d'oro che neanche 10 catene di Multipla a metano o 20.000 biglietti all'anno sono in grado di eguagliare. E' per questo motivo che tutti gli alfisti del mondo devono rinunciare alla loro casa? Per garantire agli Agnelli, agli Elkann, a Gabetti, a Bischoff, a Colucci, a Grande Stevens, a Marchionne e tutti gli altri un dividendo e una buona uscita più elevata?

Tornando al suo pezzo ho notato che lei non ha ben presente cosa significa essere alfisti/credenti ed avere un proprio templio da visitare: una terra da baciare perchè è lì che hanno sgommato per prime le vetture del Biscione, perchè è lì che gli "uomini della gloria" hanno camminato ed è solo lì che gli appassionati ancora oggi possono respirare l'aria della leggenda che non c'è più. 


 

Lei scrive che è necessaria una nuova struttura per attirare appassionati da tutto il mondo e poterli ospitare in modo adeguato: ma secondo lei quanto può esser interessante per un texano o un coreano visitare Torino invece che la città in cui tutto è nato? cosa gliene può fregare a un brasiliano di mangiare una brioche pre-riscaldata su uno sgabello all'ultima moda e dover fotografare la Eagle accanto ad una Campagnola o la GTV6 di fronte alla Dedra
Che effetto avrebbe una sala in cui la madre delle 911 viene affiancata alla Golf I e alla Prinz Sport? Per questo VAG ha investito miliardi per costruire strutture apposite vicino ai siti produttivi e alle città natale dei rispettivi marchi.

Tranquillo non sono arrabbiato con lei o con la sua testata, perchè più volte avete manifestato incoscienza e insofferenza verso i temi che sono cari a noi alfisti: è per questo che noi blogger e/o "allenatori del lunedì" siamo qui a scrivere, ricordarvi e insegnarvi che non basta possedere dodici Montreal o ammirare i pezzi unici a Pebble Beach piuttosto che a Londra, per sentirsi appagati. 
E' soprattutto la possibilità di immedesimarsi, di poter portare la propria 75 1.6 IE cat dove è stata prodotta o di poter ascoltare un vecchio collaudatore/operaio mentre racconta di un giorno qualunque che ti rende alfista ...a casa propria!

3 commenti:

  1. ...una degna sistemazione? quì si perde di vista il fatto che fiat accatasterebbe tutta la Collezione in un capannone "simil-Lancia"...altro che valorizzare! ma ancora c'è qualcuno che crede a ciò che dichiara fiat? quella stessa fiat che ha definito le 2 Alfetta 159 come pezzi "NON unici" e il Museo come "NON proprio un Museo"?

    RispondiElimina
  2. Avete provveduto ad inviarla al direttore?
    Mi auguro di si...a presto!

    RispondiElimina
  3. Purtroppo la situazione del Museo di Arese è ben oltre lo scandalo, scandalo che si deve a diversi fattori, dei quali infine la colpa giunge in esclusiva al proprietario finale, ma, in realtà su quella area in tanti hanno messo e da tempo gli occhi.

    Avendo un minimo di intuito, pur sapendo che come sito produttivo Arese è spacciato, di certo il museo, non si muoverebbe da dove si trova.

    La storia, è più o meno li, visto che al Portello nulla è rimasto.

    Se proprio non può, perchè si sono pensate altre destinazioni d'usa di quell'area, allora ALFA dovrebbe mantenere la sua area espositiva in un contesto quanto meno originale, uno spunto potrebbe essere il bel museo milanese della scienza e della tecnica.

    Quello che davvero lascia presso che sconcertati, è che mentre Modena prepara e inaugura un bellissimo e futuristico contenitore per il museo casa Natale di Enzo Ferrari, avveniristico contenitore VUOTO.
    Arese muore!

    In Italia, esistono tante spiegazioni sul perchè andiamo a scatafascio!

    RispondiElimina