Bertone e l'Alfa Romeo: una storia infinita

Anni '60, industria fortemente locale, Italia maestra di stile e tecnologia.
Sono queste le premesse e i punti di forza che consentono alla carrozzeria Bertone (dopo Alemanno con Nissan) di espandere i propri orizzonti commerciali verso Est.
Ci ritroviamo così nell'Aprile del 1962, con Nuccio Bertone che sigla un contratto a lungo termine con la società giapponese Toyo Cork Kogyo Co. Ltd (denominazione giuridica della Mazda).
L'accordo prevede lo sviluppo stilistico di una Berlina, con relativa versione Estate (ossia la nostra Giardinetta), nonchè un coupè con lo stesso family feeling (RX7 87).




Lo studio dura ben due anni prima di poter ammirare la Mazda 1500 No.1
Nel dettaglio, la vettura viene disegnata nientepopodimeno che dal trentenne Giorgetto Giugiaro (scoperto dallo stesso Nuccio nel 1959 presso il Centro Stile Fiat); giunti a questo punto vi starete chiedendo cosa c'entra tutto questo con l'Alfa Romeo.


 (primo esercizio di stile del 1964)


I più esperti avranno notato una blasfemia non da poco: i cerchi in lamiera stampata con relative coppe della coeva Giulia Sprint GT.  
Per i più disillusi non dovrebbe essere una stranezza a cui dare così tanto peso, visto che nello stesso periodo veniva sviluppata (nelle stesse strutture torinesi) la citata GT: l'utilizzo di componenti già "pronti" per una maquette è un classico in questo mondo.
In realtà la sorpresa c'è, eccome! Questo esercizio di stile venne presentato per primo al Centro Stile Alfa Romeo come proposta per la "futura" 1750 berlina
S'ipotizza che gli uomini del "Portello" volessero mantenere una certa continuità di stile tra la Giulia e le sue derivate di classe superiore, e l'eccessiva somiglianza con la coupè (pensate nel dettaglio alle rotondità del frontale della 1750 GT Veloce - foto sotto), ne determinò il suo rifiuto.


(concentratevi sulle spigolosità del frontale della seconda e terza foto)


Tuttavia stiamo per giungere a qualcosa di veramente più interessante: ricostruiamo dunque il filone stilistico che la carrozzeria Bertone inaugurò con questa ammiraglia.

Il secondo passo è la Fiat 125 Executive presentata al Salone dell'Automobile di Torino nel 1967.
Brevemente: si tratta di una rivisitazione autonoma della spaziosa vetturetta di famiglia, che riprendeva i trend stilistici di quel tempo: faro anteriore rettangolare, ampi spazi vetrati e dimensioni simil-coupè (assai più ampi rispetto alla vettura in produzione).




Il concetto non venne accettato da Fiat, e più tardi (lo stesso stesso anno) alcune specifiche vennero inserite nel prototipo Mazda di cui sopra: il modello così rimaneggiato prende il nome di Luce 1500




Quest'ultima proposta di stile (Mazda Luce) viene ripresentata (in un periodo non bene definito) con leggerissime mutazioni al Centro Stile Alfa Romeo. Stiamo parlando di due maquette (la maggior parte di voi non riuscirà a notare immediatamente le differenze perciò lascio al vostro piacere personale lo studio dei dettagli presenti nelle immagini che vi proponiamo sulla nostra pagina ufficiale di Facebook) con dimensioni tipiche di una 2 volumi e mezzo e potenza compresa tra i 1300 e 1600 cc.

Ma qual è il perchè di quest'offerta? Dopo svariate ipotesi siamo giunti alla conclusione che si tratta di uno dei vari progetti presentati al team di Rudolf Hruschka nell'autunno del 1967, quando di nascosto si pensava alla progettazione di una piccola utilitaria da produrre nell'Italia meridionale.

Ancora una volta Bertone non ebbe successo, ma alcuni appassionati le strizzano comunque l'occhio in quanto la leggenda vuole che da queste maquette sia nato lo stile della rivoluzionaria 116.08.




Per la cronaca, questo stile proseguirà la sua storia sulla BMW Bavaria del '71 commercializzata nel mercato statunitense, e sulla 2200 TI Garmisch presentata dalla stessa carrozzeria Bertone al Salone di Ginevra del 1970.

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